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Progetto cyberbullismo

  • Costanza Batavia, 3L
  • 29 apr 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Il progetto sul cyberbullismo, a cui la 3L ha partecipato durante l’anno scolastico 2016/2017, ha previsto un totale di cinque incontri più varie attività extracurricolari presso l’Educatorio della Divina Provvidenza in Corso Trento a Torino.

Durante questi incontri, aperti in alcuni casi anche alle famiglie, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare diversi esperti, da psicologi a membri della Polizia Postale. Abbiamo riflettuto insieme e abbiamo imparato ad esprimerci e a parlare di un argomento molto importante ma purtroppo spesso poco conosciuto o sottovalutato, soprattutto da ragazzi di dodici, tredici o quattordici anni che si mostrano indifferenti a questo problema in forte aumento: il cyberbullismo.

Vorrei parlare di tre punti che ritengo particolarmente interessanti di questo percorso formativo:

  1. L’intervento di una psicologa, che ha avuto luogo in classe, ci ha sensibilizzati circa i rischi, a livello psicologico, di questo fenomeno; rischi che possono risultare pericolosi e dannosi se vissuti da un adolescente che, come noi, vive un’età di grande fragilità emotiva e immaturità intellettiva. Spesso infatti sia il “bullo” che la “vittima” non possiedono gli strumenti adatti per uscire da questa situazione e rimangono segnati duramente da offese, insulti, litigi, minacce e da tutto quello che il termine “cyberbullismo” implica. Ritengo infatti importante l’insegnamento di questa esperta che ha consigliato a tutti noi di parlare sempre con un adulto, o un genitore o un professore, sottolineando l’importanza di non rimanere isolati senza reagire.

  2. Il video che la nostra classe ha avuto l’opportunità di realizzare con l’aiuto di un regista, ovvero uno spot contro il cyberbullismo, ci ha permesso di provare e di vivere sulla nostra pelle le condizioni di entrambe le parti, “bullo” e “vittima”.

Prima di mettere in scena tale video abbiamo seguito un importante percorso formativo di tre lezioni che ci ha aiutato a drammatizzare una situazione in maniera ancora più realistica. Il regista ci ha quindi guidati nella realizzazione di questo video riuscendo, anche se in diversi ruoli, a includerci tutti.

Nello spot un compagno in un angolo riceveva messaggi offensivi, sotto forma di palloncini, che venivano poi “fatti scoppiare” per rappresentare la fine di un incubo.

Infine abbiamo apprezzato l’incontro conclusivo in cui il gruppo di esperti ci ha dato l’opportunità di lavorare in gruppo e ripensare al percorso svolto.

Ritengo, anche a nome dei miei compagni, di aver seguito un percorso molto istruttivo, che potrà servirci ed esserci utile per poter maturare ed affrontare consapevolmente e con nuovi strumenti i numerosi ostacoli che la vita porrà sul nostro cammino.

Costanza Batavia 3L


 
 
 

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